Camminare ricordando.

Quelli che un tempo furono teatro di guerra sono dei luoghi splendidi, ancora oggi incontaminati, sui prati dei quali le api possono ancora succhiare il nettare dai fiori e produrre un miele sano. Mi riferisco a quei luoghi  vicini alle mie valli, le Valli del Natisone,  coinvolti assieme ad esse nelle tremende vicende dalla Grande Guerra.

Questi luoghi, indicativamente vanno dalla catena dello Stol al Monte Nero e alle varie cime che lo circondano, per poi digradare verso Tolmino, Mengore e Santa Lucia.

Parlo di luoghi incontaminati, ma paradossalmente un inquinamento esiste, e se camminerete sui sentieri che attraversano i prati noterete l'abbondanza di escrementi lasciati delle mucche che pascolano in libertà, dalle pecore, capre e altri animali selvatici.

Benedetto sia questo inquinamento!

Gregge di pecore sulle pendici del Krn - Monte Nero

Oltre a questo, esiste ancora un altro tipo di inquinamento che non sfugge al visitatore. E' un inquinamento talmente forte che produce subito in noi degli effetti e turba il nostro animo. Gli eventi che la storia ha qui prodotto furono di così grande portata che cento anni dopo si sentono come fossero recenti. Questo, anche perché imbattersi in un residuato bellico, sia pure banale, è cosa normale.

Questa che vediamo nella foto sotto non è un arma, ma una semplice gavetta. L' ho fotografata durante una camminata fatta sul Krn nel 2014.  Eppure non ho potuto non pensare alla persona che la usava. La prima domanda che mi sono posto è stata questa: "Quel soldato, sarà sopravvissuto o, visto che la gavetta ha abbandonato il suo proprietario è perché questi non ne ebbe più bisogno?"

Gavetta, ritrovata sulle pendici del Krn, nella quale i soldati consumavano il loro pasto.

 

A sinistra atra gavetta. A destra pezzo di granata.

Ma poi, trovando altri reperti, vengo assalito da tanti interrogativi, che mi riportano a qualcosa di ancora più tragico che contrasta con la bellezza dei luoghi dove la natura sembra infondere pace e serenità. Penso alla vastità dell'evento, al numero delle vittime, alla maniera con la quale hanno trovato la morte.

Questa foto da me fatta nel 2014 testimonia la presenza sul terreno di ogni tipo di reperto bellico.

Questi che vediamo sotto, con molta probabilità, si applicavano agli scarponi per non scivolare sul ghiaccio.

 

La fede aiuta a morire...

 

Se seguissimo gli insegnamenti che ci ha lasciato chi è morto in croce per noi, su questa terra non ci dovrebbero essere mai guerre.

Se camminiamo per questi luoghi, oltre alle chiesette presenti da secoli sul posto, troviamo altre costruite dai soldati proprio nel periodo della guerra.

Non bastavano quelle già presenti?

Probabilmente no, in quanto molte erano state confiscate e adibite ad ospedale. Altre erano lontane dal fronte. Così, per necessità si costruiva una piccola chiesetta vicino al fronte, ma in un luogo riparato. In queste chiesette veniva celebrata la Santa Messa e venivano somministrati ai soldati i sacramenti prima della battaglia. Questo serviva anche a ridurre il numero delle diserzioni. La fede era qualcosa di fortemente presente in entrambi gli schieramenti. Il pensiero di morire in grazia di Dio poteva aiutare ad affrontare la battaglia!

La splendida chiesetta di Javorca costruita dagli Austro-ungarici.

Cappella costruita in una grotta sul Mrzli Vrh dagli Austro-ungarici.

Potremmo dire che la chiesa che vediamo nella foto fu un contro altare  di quella del Mrzli Vrh e fu voluta dal Capitano degli alpini Michele Celestino Bes e probabilmente costruita dai suoi stessi soldati.

Nella foto sotto vediamo la "Cappella Bes"

Nella foto a destra vediamo l'interno della cappella. Questa si trovava in stato di abbandono fino alla metà degli anni 90. In seguito fu ristrutturata, anche per interessamento del museo di Kobarid,  e riportata allo stato in cui si trova oggi.

 

La Cappella Bes è situata sulle pendici del Krn ed è raggiungibile dal paese di Pleče, al quale si giunge imboccando una strada che parte dal centro del paese di Drežnica. Giunti a Pleče si segue una mulattiera che sale e prosegue oltre la cappella fino a Planina Kuhinja. Naturalmente il percorso può essere fatto anche in senso inverso, partendo dal paese di Krn.

 

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