Una ferrovia attraverso le Valli dl Natisone

Le Valli del Natisone, all'inizio del secolo scorso, erano percorse da una linea ferroviaria. Questa linea, a scartamento ridotto, congiungeva Cividale del Friuli con Caporetto. La partenza del trenino da Cividale del Friuli, avveniva dalla località  "Barbetta"; l'arrivo era inizialmente a Sužid (qui siamo già in Slovenia, allora Impero Austro Ungarico). Il fatto che la linea ferroviaria terminasse in un paesino così piccolo come Sužid era giustificato da problemi di natura militare. La ferrovia fu costruita nel corso della Prima Guerra Mondiale, inizialmente per esigenze militari, per cui era pericoloso avvicinarsi troppo alla linea del fronte. La linea del fronte già dopo pochi mesi di guerra si era fissata in modo abbastanza stabile su quello che veniva chiamato "Tolminski Most o Testa di ponte di Tolmino". Questo fronte andava da Tolmino verso il Mrzli Vrh e verso il Monte Nero il quale dal mese di giugno del 1915 era però saldamente in mano agli Italiani. Pure il fiume Natisone verrà attraversato più volte dalla traccia ferroviaria. Bisogna dire che dei ponti ferroviari di allora, oggi non ne esiste neppure uno.

Qui vediamo l'ultimo tratto dove la ferrovia costeggia il fiume Natisone. Siamo poco prima della frazione di Robič, in Slovenia

In questo punto la ferrovia scorre tra il fiume e la strada.

Ecco il treno al capolinea. Il paese sullo sfondo è Kred; in alto a sinistra Potoki. Dopo la fine del primo conflitto mondiale, l'Italia occupa militarmente questi territori e costruisce ancora un tratto di linea della lunghezza di 2.900 metri per raggiungere Caporetto.

 

 

 

Alcuni dati tecnici della ferrovia.

La lunghezza del tratto sin qui citato era di 24 chilometri e mezzo e lo scartamento di 75 centimetri. L'opera venne realizzata a cavallo degli anni 1915-1916 da parte della Società Veneta, già da tempo molto attiva in quel settore. Questa linea in un certo senso era un prolungamento della già esistente Udine - Cividale, ma la differenza di scartamento tra i due binari obbligava al cambio di convoglio.

Alla fine della guerra e dopo il completamento di un ulteriore tratto da  Sužid a Caporetto, la linea fu adibita a servizio civile. Venne data in gestione alla ditta Eredi Binetti di Cividale del Friuli che la tennero dal agosto del 1921 all'agosto del 1932. Dopo quella data la tratta venne chiusa e abbandonata definitivamente perché non redditizia. Nel periodo di funzionamento erano attive tre corse giornaliere per ogni senso di marcia. Queste toccavano 16 stazioni e precisamente: Barbetta, San Guarzo, San Quirino, Vernasso, San Pietro al Natisone, Sorzento, Ponteacco, Tiglio, Brischis, Pulfero, Loch, Stupizza, Poiana, Robič, Sužid, Kobarid-Caporetto.

Dalla partenza da Cividale del Friuli il treno si dirigeva verso le Valli del Natisone con un percorso simile a quello dell'attuale strada  statale. Giunto a Ponte San Quirino, proseguiva verso Vernasso e qui attraversava una prima volta il fiume Natisone su un ponte parallelo a quello attuale dirigendosi verso est, attraversando cosi la prima parte del paese di San Pietro al Natisone. Poi proseguiva lungo la valle a ridosso della montagna su un percorso a tratti rialzato e costruito appositamente anche per evitare le piene del Natisone. Lungo questo percorso il treno attraverserà anche qualche piccolo tratto in galleria.

Galleria ferroviaria nei pressi di Stupizza.

Dopo la frazione di Stupizza, all'uscita da questa galleria, il treno attraverserà nuovamente il fiume Natisone recandosi sulla sua sponda destra dove il terreno è pianeggiante. Sempre per evitare le piene la ferrovia verrà costruita su un terrapieno fino alla stazione di Poiana.

Sulla destra, ricoperto dagli alberi, un terrapieno "solleva" la traccia ferroviaria.

Qui possiamo vedere un tratto del  percorso sul quale si snodava la ferrovia.

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Siamo giunti alla stazione di Poiana-Poljana. 

 

Ancora altre centinaia di metri e il treno attraverserà per la terza e ultima volta il Natisone. Questo attraversamento è situato nel punto in cui la strada statale attuale, oltrepassato il confine ed in Slovenia, inizia a scendere e si avvicina al fiume. Da questo punto il percorso della ferrovia si troverà tra il fiume e la strada; Il fiancheggiamento del corso d'acqua terminerà poco prima di Robič, dove avremo l'attraversamento della strada per proseguire verso Caporetto.

Viaggiare con questo treno, significava non avere fretta. La velocità era ridotta. Il vantaggio era il trasporto delle merci e il non dover camminare; a volte però bisognava spingere! Quando il treno era sovraccarico di merci e passeggeri non ce la faceva ad andare avanti nei tratti in salita. In questo caso i passeggeri dovevano scendere e spingere il treno.

Altri progetti di linee ferroviarie.

In passato ci furono ambiziosi progetti per fare passare una linea ferroviaria attraverso le Valli del Natisone. Questo non perché nelle valli si trovassero giacimenti di minerali da trasportare altrove o industrie che necessitavano di collegamenti ferroviari. Semplicemente si trattava di una via di transito che avrebbe collegato Udine - Cividale del Friuli con Most na Soči, ovvero con la tratta Jesenice - Gorizia. Oggi Most na Soči si trova in Slovania, ma a quei tempi faceva parte dell'Impero Austro Ungarico. Questo significava collegare l'Italia con l'Austria. Questa idea prese forma il 13 maggio del 1902, quando al Comune di Udine si trovarono riuniti i sindaci di Udine e di Cividale del Friuli, il presidente della Camera di Commercio e un rappresentante della Società Veneta di Padova che tutelava gli interessi della linea Udine - Cividale del Friuli in concessione. Il rappresentante della Società Veneta propose la costruzione di una tratta: Cividale del Friuli, San Guarzo, Purgessimo, Podersca, Canale d'Isonzo. Questa tratta prevedeva la costruzione di due gallerie, una di 1.650 mt. e una di 3.600 mt. - Possiamo dire che sarebbe passata sotto il santuario di Castelmonte. L'allora sindaco di San Pietro al Natisone, il geografo Francesco Musoni, convocò il  15 giugno 1902 a San Pietro al Natisone una riunione alla quale parteciparono tutti i sindaci delle Valli del Natisone e altre personalità. In questa riunione venne deciso di proporre la costruzione della linea su un diverso percorso, e cioè: Cividale del Friuli, San Guarzo, Azzida, San Leonardo, Podgora, Podravne, Podsela, Most na Soči. Nel 1903 la pubblica amministrazione stanziò la somma per la costruzione della ferrovia, la quale avrebbe dovuto essere realizzata dalla Società Veneta. Nelle Valli del Natisone ci si batteva affinché la ferrovia venisse realizzata secondo quanto deciso nella riunione a San Pietro al Natisone; del resto la traccia proposta era anche più breve, per cui più economica. Per questo si batté anche il valligiano Mons. Ivan Trinco, allora rappresentante provinciale. Per iniziare i lavori si attendeva il benestare  ed i finanziamenti da Roma. C'era pure di mezzo il parere del ministero della difesa, in quanto l'esercito avversava quell'iniziativa. Le autorizzazioni non arrivavano e il consiglio provinciale nel 1906 mandò a Roma due nuovi solleciti. Seppure senza risposta da Roma il dibattito su questo tema in provincia era sempre acceso, anche riguardo il percorso. Sembrava prevalere la linea Cividale-Podresca-Canale d'Isonzo. Importante di queste tratte era pure la suddivisione rispetto al territorio. Alcune erano più onerose per una parte, altre meno. C'era pure una terza opzione: Cividale-Caporetto-Most na Soči, ma molto più lunga; quasi 45 Km. di cui 17,65 all’Italia e 27,27 all’Austria. La tratta attraverso Podreska sarebbe stata lunga solo 20 Km. : 13,3 all'Italia e il rimanente all'Austria. Nel 1913 in provincia si dibatteva sull’ampliamento delle linee ferroviarie nella provincia di Udine per cui venne rilanciato nuovamente questo progetto. Anche le resistenze dei militari vennero meno  e nel 1914 era quasi tutto pronto per l’avvio dei lavori. Venne data alla  Società la concessione per 70 anni. Un anno dopo, purtroppo, sarebbe scoppiata la guerra e l’Italia, alleata dell’Austria, le avrebbe voltato la faccia. L’Austria non ebbe bisogno della ferrovia per irrompere in Italia.

 

 

 

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