Francesco Musoni (21/11/1864 - 18 10 1926) nacque a Sorzento, in Comune di San Pietro al Natisone (Ud) da Teresa Tomasetig e da Antonio (Muson, poi diventato Musoni). Viene ricordato come geografo, storico e politico. Nel 1888 si laureò presso l'università di Padova. Da laureato si dedicò all'insegnamento; questa attività lo condusse per un breve periodo molto lontano dalle sue valli (Palermo ,Cuneo). Nel 1892 ritornò a Udine dove insegnò per molti anni all'istituto Tecnico "Zanon" e al Liceo Scientifico locale che in seguito prese il nome dallo studioso di geografia Giovanni  Marinelli, del quale il Musoni fu allievo prediletto. Fu pure libero decente presso l'università di Padova. Oltre agli studi, in particolare quelli geografici, il Musoni fu attratto anche della politica. Fece parte del consiglio comunale di San Pietro al Natisone per un lungo periodo, ricoprendo anche la carica di primo cittadino di quel Comune. Fu pure eletto consigliere provinciale nel distretto di Udine. Nei suoi studi dedicò particolare attenzione agli aspetti storici, geografici e tradizionali del Friuli, con particolare riguardo alle sue valli. Fondò il Circolo Speleologico ed Idrologico Friulano e la rivista "Mondo Sotteraneo" sulla quale pubblicò le sue ricerche. Degni di menzione sono pure i suoi studi storici sulle invasioni dei Turchi in Friuli. Fra i suoi numerosi scritti, molti dei quali eseguiti collaborando alla stesura  di opere di rilevante contenuto scientifico e culturale, ricordiamo: " Fra gli Sloveni di Montefosca" , "La Macedonia e la questione d'Oriente", "Studi antropologici sulle Prealpi Giulie" (pubblicazione di alcuni fascicoli); collaborò alla pubblicazione di: "Guida del Friuli", "Guida alle Prealpi Giulie" , "Popoli nel Mondo", "Enciclopedia Treccani". Sposato con Emilia Velliscig, il Musoni politico si batté per le Valli del Natisone, per il loro sviluppo economico che doveva iniziare con la costruzione di una rete stradale che togliesse le valli dal loro isolamento geografico. Era di quei tempi il progetto (mai attuato) di una linea ferroviaria che collegasse Cividale del Friuli  con Most na Soči, Jesenice, Assling (Austria). Riguardo alla lingua, definì i suoi convalligiani "Sloveni" anche se li esortò, per amore di patria, ad abbandonare la loro lingua per accogliere quella italiana.

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