Le valli del Natisone, come tutto il Friuli, sono una zona ad alto rischio sismico. Nel corso dei secoli la terra ha tremato parecchie volte attorno ad esse. Dopo il sisma del 6 maggio 1976 la memoria di questo evento è sempre viva in noi.  Non sembra che le valli siano state in passato epicentro di qualche forte sisma, anche se il terremoto del 12 aprile 1998 ci ha riguardato molto da vicino. L'epicentro di questo sisma è stato localizzato nei pressi di Caporetto, a ridosso di Pulfero, Savogna e Drenchia ed è  stato percepito benissimo nei nostri paesi pur non avendo creato grossi danni. Ciò è dovuto all'opera di adeguamento antisismico apportata agli edifici in seguito al terremoto del 1976. Il  12 luglio 2004 la stessa zona è stata colpita nuovamente da un sisma della medesima intensità; nelle valli ha subito danni il campanile della chiesa di Clenia. Per quanto riguarda il passato, è naturale che anche se un evento tellurico si fosse manifestato al centro delle nostre valli, la storia avrebbe poi riportato i luoghi dove ci sarebbe stata la maggior distruzione e il maggiore numero di vittime, cioè le città, costruite con muri in pietra, e non i paesini con case di legno e paglia. Se consideriamo pure che si tratta di fenomeni che hanno interessato aree vaste parecchie decine di chilometri, dobbiamo dire che c'è da preoccuparsi, e la storia ce lo conferma. Nell'anno 1222 un forte sisma provocò seri danni alla città di Cividale del Friuli, costringendo il Patriarca ad abbandonare temporaneamente quella sede. Le adiacenti valli non ne furono senz'altro immuni. Nel 1348, e più precisamente il giorno 25 gennaio, ci fu un violentissimo terremoto con epicentro a Villaco  e interessò una zona vastissima. Si presume che la magnitudo fosse di 6,5 e la profondità di 7 chilometri.  Il sisma fu avvertito persino a Napoli. Questo fu uno dei terremoti più distruttivi d'Europa. Ci furono circa 30  mila morti!  Il 26 marzo del 1511 ci fu un sisma localizzato tra la Carnia e la Slovenia ed a risentirne fu anche Cividale del Friuli, dove crollò il Duomo. Sembra che in quella giornata ci furono due sismi a breve distanza uno dall'altro. La prima scossa, alle ore 14, ebbe come epicentro Idria, in Slovenia (magnitudo 6,8  ad una profondità di 15 chilometri); la seconda, alle ore 21, interessò il Friuli con danni gravissimi a Cividale e Gemona (magnitudo 7, ad una profondità 20 chilometri). Il sisma fu avvertito fino nelle Marche ed interessò, come quello del 1348, un area molto vasta. Dei 10.000 morti che causò questo sisma, la maggior parte perì in Friuli nella replica delle ore 21 (macabra coincidenza di orario con il 1976). Gravi danni vennero arrecati anche alle nostre valli, dove vennero distrutte numerose chiese. Sempre nello stesso anno ci fu una replica del sisma, con epicentro a Cividale del Friuli, il giorno 8 di agosto. Un altro sisma di una certa consistenza si registra il giorno 8 ottobre 1746.  Nell'anno 1895, il giorno 14 aprile alle ore venti un sisma di magnitudo 6,1 danneggia la città di Lubiana procurando delle vittime. Questo sisma fu sentito da Vienna ad Assisi. Nel 1917 ci fu in Slovenia, a Brežica, un'altra forte scossa, percepita anche in Austria, Italia e Croazia. Ma questi terremoti fecero molte vittime nelle nostre valli? Come erano le abitazioni dei valligiani in quelle epoche?  Molto probabilmente i sismi di data più antica trovarono la maggior parte delle case costruite con legno e paglia. Solo le città come Cividale, o qualche villa, o castello, erano costruiti con le pietre. Nei secoli recenti si iniziò a costruire le mura di tutte le abitazioni con le pietre; le coperture invece rimasero ancora di paglia. Se questa soluzione dava tranquillità nell'eventualità di un sisma, non si poteva dire lo stesso in caso di incendio. Numerosi incendi si verificarono nei nostri paesi, proprio a causa di queste coperture, e quello che nel 1868 distrusse l'intero abitato di Cepletischis fu senza dubbio il più disastroso. Da quella data, sui tetti delle nostre case iniziarono ad essere posate le tegole, fabbricate in loco, e nelle valli si sviluppò  l'industria dei laterizi.  

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